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Il console di Milano Ivanov: "Il 2007 è un anno di possibilità e speranze per i bulgari"
Bulgaria in Ue MILANO - Una comunità che per quasi un terzo si raccoglie in Lombardia e che è formata principalmente da lavoratori poco qualificati, anche se non mancano ingegneri e medici che spesso, però, si devono accontentare di impieghi più modesti. "E' il rientro in una comunità, l'Europa, - afferma Ivo Ivanov, console generale di Milano - a cui abbiamo sempre creduto di appartenere per valori e cultura". Dei 65-70mila bulgari che, secondo alcune statistiche dell'Ambasciata e del Consolato bulgaro, vivono in Italia, 16-20mila sono presenti nella sola Lombardia. Si tratta di una presenza che "ha avuto poco impatto mediatico - afferma il console Ivanov -, sia per le sue dimensioni, sia per l'impatto economico che è minore rispetto ad altre comunità più grandi, sia perché non ha mai creato seri problemi di ordine pubblico". Un'immigrazione "composta, più che altro, da lavoratori a basso tasso di specializzazione - continua -. Anche se non mancano le eccezioni. Il problema in questi casi, parliamo di ingegneri e dottori, è che purtroppo poche volte riescono a trovare un impiego adeguato e spesso devono accontentarsi di lavori umili". L'entrata nell'Ue li ha però portati alla ribalta. Il primo gennaio, infatti, è stata una data storica per Sofia. "E' stato un giorno che per il nostro popolo ha significato molto - spiega il console -. Un ritorno desiderato ma difficile, che ha impegnato il nostro Paese, insieme alla entrata nella Nato che é stata una delle tappe che hanno portato a questo risultato, affinché si creassero le condizioni per entrare degnamente in un mondo più sicuro e organizzato". Il 2007 è quindi un anno di grandi possibilità e speranze "in uno sviluppo economico maggiore - conclude - che dia soddisfazione più grandi alla nostra gente". (3 gennaio 2007) |